Discorso

Ciao a tutti,
mi chiamo Giacomo Lion, lavoro con l’arte digitale, la comunicazione e – soprattutto – con le idee strane. Quelle che ti fanno dire:
“Ma dai, si può davvero fare questa cosa?”
Spoiler: sì, spesso si può. E se non si può, si può almeno immaginare, che è il primo passo per farla succedere.

Oggi parleremo di un progetto bellissimo, fatto insieme a ragazzi altrettanto belli e pieni di visioni: si chiama SuburbView. Ma prima… facciamo insieme un salto indietro.

🧠 Il cervello è pigro, ma noi no (almeno ci proviamo)

Noi pensiamo di essere delle persone attive e con voglia di fare ma siamo tutti coscienti che il nostro cervello è progettato per essere pigro?! Per risparmiare energia?!

Ebbene si è proprio così, lui vuole farci fare la strada più breve, il passaggio più facile e quello più comodo e che implichi un minor dispendio di energie.
E’ stato progettato per funzionare per automatismi, per gesti abitudinari e ripetitivi.
Ma… questo non è molto creativo.

Quindi!
Per pensare fuori dagli schemi, serve uno sforzo in più.
Serve uscire da quello che sappiamo già, da quello che “si è sempre fatto così”.
E lì inizia la parte bella.
Lì nasce l’immaginazione.

Vi svelo un trucco, spesso per attivarla, in quei momenti che proprio non ho voglia o non ho idee, conto al contrario. 4,3,2,1 perché? Perché il cervello non è abituato a farlo deve fare un sforzo. Quello soforzo che mi fa uscire dalla zona di confort.

🦸‍♀️ Alice, la Regina e le cose impossibili

C’è un dialogo meraviglioso che vi voglio leggere. Da Attraverso lo specchio di Lewis Carroll, in cui Alice incontra una regina un po’ matta (ma molto saggia).

— …Quanti anni hai?—

— Sette e mezzo in punto— .

— Non è necessario dire “in punto”, — osservò la Regina. — Posso crederlo anche se non lo dici. Ora darò io a te qualche cosa da credere. Io ne ho esattamente cento e uno, cinque mesi e un giorno.
— Questo non lo posso credere — disse Alice.
— No? — disse la Regina in tono di compatimento. — Provaci. Fa un respiro lungo, e poi chiudi gli occhi.
Alice si mise a ridere.— È inutile che mi ci provi — ella disse — non si può credere alle cose impossibili.

— Forse non hai la pratica necessaria— disse la Regina. — Quando io avevo la tua età, m’esercitavo per mezz’ora al giorno. Ebbene, a volte credevo nientemeno che a sei cose impossibili prima della colazione…

Ecco.
Questo è esattamente il punto.
Credere all’impossibile richiede allenamento.
Non è follia. È un muscolo.
È qualcosa che, se ci esercitiamo ogni giorno, ci apre nuove visioni, nuovi linguaggi, nuovi mondi.

📘 Vorrei scomodare anche Wittgenstein ( il filosofo del linguaggio) 

E facciamo un attimo un salto nella filosofia (tranquilli, veloce e indolore).
Wittgenstein, nel suo Tractatus Logico-Philosophicus, l’unico libro che ha pubblicato, scrive:

“I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo.”

Tradotto: se non so pensare o dire una cosa, quella cosa non esiste nel mio mondo.
Ecco perché l’arte, la narrazione e i progetti come questo sono fondamentali:
perché ci aiutano a inventare nuovi linguaggi, e quindi nuove realtà.

🧭 SuburbView: guardare il quartiere con occhi nuovi

Ma ora arriviamo a noi ed al progetto che abbiamo fatto assimene a SuburbView.
Vi ricordate la prima lezione?! Io si, ancora bene ahah Non è stata molto facile ed anche un po scoraggiante, così come la tavola rotonda che abbiamo creato durante, se non ricordo male la terza lezione. Tutti bellissimi momenti di confronto. Che ci hanno portato fino a qui.
Vi ringrazio moltissimo, perché abbiamo fatto un bel percorso insieme nel quale voi senza paura come Alice, mi avete seguito oltre lo specchio e senza accorgervene, oppure si,  avete fatto proprio questo:
avete iniziato a vedere, sopratutto il vostro quartiere in modo diverso.

Non è più un logo fatto di: marciapiedi, ponti, parchi… ma di Luoghi emotivi, narrativi, pieni di possibilità.

E, come dicevo prima, tra discussioni, delusioni, e tante fatiche avete creato tre progetti bellissimi e molto sentite.

Ocean Vision

Un video emozionante e provocatorio che mostra i danni della plastica sul mare.
Un’esperienza visiva che sblocca una narrazione invisibile: quella degli animali che soffrono, e quella di chi vuole fare qualcosa.

Ponte 4.0

Il ponte della Scafa, che ogni giorno attraversate in tanti…
E se diventasse un tunnel esperienziale, si è domandato Federico, con suoni, immagini, storie, luci?
Avete immaginato e realizzato il progetto di un percorso immersivo per far riflettere mentre si guida, per viaggiare anche restando fermi. Nel traffico!

Parco per Tutti

Il Parco Pietro Rosa: un luogo che c’è, ma che può essere molto di più.
Un progetto di riqualificazione pensato per renderlo inclusivo, vivo, pieno di arte, di gioco, di persone.
Un nuovo parco che parla a tutte le generazioni.

🔚 Conclusione: allenarci a credere

Ecco, SuburbView è stato questo: un allenamento collettivo all’immaginazione.
Un modo per dire: “Questo è il mondo che vediamo ogni giorno… ma se lo guardassimo con occhi nuovi?”
E magari, da domani, anche noi potremmo credere a sei cose impossibili prima della colazione.

Grazie

A urban vision per averci dato la possibilità di realizzare questo progetto

Fondazione mondo digitale, per aver creduto in me, in questo progetto

La preside, per la sua visione di una scuola diversa dal solito che guarda oltre i limiti

Vittoria per avermi consegnato i suoi ragazzi ed avergli detti di fidarsi di me

Ma sopratutto a tutti voi ragazzi che avete creduto e lavorato fino all’ultimo secondo per far si che quello che stiamo per vedere prendesse forma.

Grazie